Informazioni sulla zona:
Oltre alle bellezze della costa di Maratea, visitabili via mare tramite numerosi servizi dislocati nel vicino e suggestivo porticciolo, troviamo la grotta delle Meraviglie, posta lungo la Strada statale 18 Tirrena Inferiore, che collega il capoluogo comunale alla frazione di Marina di Maratea. Scoperta casualmente nel 1929, durante i lavori di costruzione della strada stessa, la parte esplorata della grotta è lunga circa 90 metri e rappresenta la più piccola cavità naturale in Italia e l’unica visitabile della Basilicata: l’ambiente misura circa 70 m², è alto circa 6-7 metri e ricco di stalattiti e stalagmiti, colonne, strutture di calcite e molti spaghetti, cioè delle stalattiti estremamente sottili e delicate.
Nella parte alta del paese di Maratea, oltre al caratteristico e suggestivo paese, ricco di attività, ristorazione tipica lucana e attrazioni varie, troviamo poi il Cristo Redentore, una statua alta 22 metri, posta nei pressi del vecchio insediamento del paese, oramai abbandonato, che abbraccia e domina tutta la valle, contrapponendosi alla Basilica dedicata al Santo patrono, San Biagio. La strada che conduce in questo luogo unico è una straordinaria opera di ingegneria, progettata intorno al 1960 dall’architetta di origine lucana, Gae Aulenti, progettista, poi, del ben più famoso Museo D’Orsai di Parigi.
Sempre in Basilicata, non lontano da Maratea, troviamo inoltre il piccolo paese di Rivello le cui origini si fanno risalire all’Alto Medioevo anche se numerosi reperti archeologici fanno supporre che Rivello sia l’erede della città lucana, esistente già dal periodo preromano, di Sirinos. Resistono ancora nella toponomastica riferimenti alle due etnie contrapposte che diedero vita alla città: i Longobardi, sicuramente stanziatisi a seguito delle invasioni barbariche, ed i Greci, probabilmente provenienti, a seguito della sua distruzione da parte dei Saraceni, dalla vicina Velia da cui si dice derivi il nome moderno (Rivello ovvero Re-Velia).
Sempre non lontano da Maratea troviamo ancora le Terme di Latronico le cui virtù terapeutiche delle acque sono note probabilmente sin dalla preistoria. Ricerche archeologiche svolte agli inizi del Novecento hanno portato infatti alla luce stipi votive considerate dagli studiosi depositi sacri connessi col “culto delle acque salutari. Le Terme di Latronico sono alimentate da due fonti di acqua benefica: entrambe le sorgenti offrono acque ipotermali mediominerali che sgorgano alla temperatura di 22°, indicate per la cura di malattie dell’apparato circolatorio, dell’apparato respiratorio e auditivo, per le malattie epato-biliari e gastro-enteriche, e per i disturbi reumatici dell’apparato osteo-muscolare.
È inoltre facile raggiungere il golfo di Policastro tramite circa 16 km di costa suggestiva, ricca di bellissimi scenari, ed arrivare fino alla Certosa di Padula. Questa certosa, anticipando quella di San Martino a Napoli e di San Giacomo a Capri, è uno dei più sontuosi complessi monumentali barocchi del sud Italia, nonché la più grande certosa a livello nazionale e tra le maggiori d’Europa. Dal 1957 ospita il museo archeologico provinciale della Lucania occidentale e fu dichiarata nel 1998 patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.